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  • Immagine del redattoreSabrysan

IL RISPETTO TRASFORMA

L'importanza della presenza, puntualità e comunicazioni valide.


Essere sempre presenti è una delle prime richieste del nostro regolamento interno.

Questo perché la pratica delle arti marziali mira a conferire la preziosa qualità della costanza.

Quante volte vediamo degli obiettivi naufragare? Obiettivi che nascono sulla scia di un grande entusiasmo, o per via di un invidiabile talento… e poi si spengono, spesso proprio perché manca la costanza di portarli avanti.

Allora per diventare costanti, ci impegniamo ad essere presenti alle lezioni, ovvero: PRENDIAMO UN IMPEGNO. Il nostro modo di portare avanti l’impegno farà di noi persone SERIE e COSTANTI, in una parola AFFIDABILI.

Vi sembra poco? Provate a contare quante persone tra quelle che conoscete considerate davvero affidabili. Chi arriverà di sicuro ad un appuntamento? Chi sarà di sicuro puntuale?


Come si fa dunque a praticare queste qualità affinché diventino di nostra proprietà?

1)     Si cerca di fare del proprio meglio per esserci sempre.

2)     Quando ciò non è possibile, si avvisa della propria assenza.


Avvisare della propria assenza è prima di tutto una forma di rispetto per chi ci aspetta a lezione, esattamente come - se non posso recarmi ad un appuntamento -avviso che non andrò. Anche se a lezione ci sono altre 30 persone, ognuno di noi ha il suo impegno, il  suo cammino da portare avanti, a 5 come a 50 anni.

Per avvisare, è sufficiente un messaggio formale in forma scritta. 

Si presuppone che l’allievo sappia valutare quando sia necessario assentarsi: nella comunicazione non è necessario “giustificarsi” e dire i motivi della propria scelta, ma solo informare che per quel giorno non si potrà mantenere l’impegno. Il/la Sensei in questo caso svolge la funzione di "tramite" tra sé stessi e la propria coscienza.


Ciò prescinde dal fatto che a volte sia necessario comunicare condizioni personali, oltre che per una questione interpersonale perché alcune situazioni di tipo fisico e medico vanno comunicate per poterle gestire nel modo più adeguato.


Per la puntualità il discorso è identico: riuscire ad essere sempre puntuali significa prendere seriamente un impegno e anche che siamo in grado di organizzare la nostra vita. Ciò vale anche per lo studio: bisogna sapersi organizzare affinché la pratica non debba essere sacrificata, ma anzi possa essere il premio, la valvola di sfogo dopo ore passate a studiare, come beneficio per il corpo e la mente. Ciò significherà sacrificare altro, magari un’ora di divano e di “social”, un pomeriggio al Mc Donald con gli amici. Ma la vita è fatta di scelte. Se facciamo sempre la scelta più facile, come impariamo ad affrontare le scelte difficili?


Il karate è una delle attività più soggette a viver di leggenda. Complici i film, i luoghi comuni, alcune discutibili serie tv e tutti gli sketch in cui una cintura nera può distruggerti con un solo dito, quindi “è bene che gli altri non litighino con noi”, come indicano le espressioni usate da chi viene a sapere della nostra pratica.. (“ah allora con te non ci litigo”, ecc. ecc.).


Se si conoscessero i reali frutti di un certo modo di fare il karate, chi viene a sapere che lo pratichiamo dovrebbe dire davvero “ah mi piacerebbe essere tuo amico!”, ma non perché così non corrono il rischio che “li meniamo”, bensì perché saprebbero di aver accanto una persona che ha uno stile di vita sano, una persona semplicemente ben educata, che sa rispettare le promesse, che sa ascoltare e mantenere la calma nelle situazioni difficili, che non ama lamentarsi bensì trovare una soluzione, disponibile ad aiutare quando serve, ma anche un esempio di determinazione.

Ecco a cosa dovrebbe somigliare un praticante di karate dopo tanti anni, non ad un energumeno che, se si arrabbia, mette a soqquadro una stanza.

 

Alla prossima riflessione!




M^ Sabrina

 

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